Sul Corriere della Sera di pochi giorni fa, in una lunga intervista, Rino Formica, lucido novantasettenne già ministro ed esponente di spicco del PSI, ripercorre la storia della sua lunga militanza da Nenni fino a Craxi. Formica è sempre stato un autonomista convinto, non ostile al PCI, ma geloso dell’identità socialista non assimilabile a quella comunista per mille motivi.
Ora non intendo riassumere l’analisi di Formica, che consiglierei di leggere sia a chi il PSI non l’ha mai amato sia soprattutto a chi l’ha lasciato temendo di incappare nelle reti di Mani Pulite.
A questo proposito, pur essendo stata smentita la narrazione di tre magistrati della Procura milenese “angeli sterminatori” di tutti i corrotti politici – tali per definizione e per teorema giudiziario – resiste ancora l’idea che quella stagione ha fatto comunque piazza pulita di un clima tossico.
Ora non c’è stato leader che non sia passata per la gogna mediatica, che ha trasformato i processi nella sfilata dei condannati a morte durante le varie rivoluzioni, dalla Rivoluzione francese a quella comunista di Lenin e dei bolscevichi.
Il risultato che oggi constatiamo è la perdita di ruolo della politica gregaria dei poteri economico-finanziari mondiali, una classe dirigente che con poche eccezioni è mediocre, sia al governo sia all’opposizione, non autorevole, comunque non idonea a governare il cambiamento globale del nostro tempo che è non solo climatico, ma geopolitico. Ogni equilibrio è saltato, non si è sicuri di poterne stabilire uno nuovo, perché le grandi potenze non sono più USA e URSS, ma anche Cina, India, Brasile e altre in gestazione.
Quando chiesi, al tempo in cui ero responsabile dei rapporti internazionali in FS, al collega rumeno perché molti nomi dell’era di Ceausescu fossero rimasti in posto di comando rispose: “perché le competenze erano tutte da quella parte e senza non saremmo andati da nessuna parte”.
La risposta era corretta e realistica e fu saggio il comunista Togliatti a volere un’amnistia anche per gerarchi fascisti che non avessero le mani sporche di sangue.
Noi siamo stati più fichi: abbiamo cancellato una classe dirigente formatasi e selezionata in 50 anni di vita democratica, dando spazio alle quarte file e addirittura apprezzando l’esaltazione dell’incompetenza equivalente alla purezza del primo M5S.
Ora il grande vecchio socialista ci consente di fare qualche considerazione: c’era corruzione nella prima repubblica? Certo, ma la “corruzione” era in buona parte favorita dall’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Un’ipocrisia cosmica: la politica costa e se non le dai le risorse, ovviamente svolgendo controlli rigorosi ex post ci sono due effetti: la politica diventa un attore di secondo piano rispetto alla finanza, alla speculazione, alla corruzione privata e nella amministrazione pubblica.
Secondo effetto: non la politica intesa come forze politiche, ma singoli politici anche di terza fila si impinguano con mazzette per tentare il salto nella politica che conta. Non voglio personalizzare, ma quanti big sono incappati anche in Calabria nelle maglie della giustizia? Non pochi e nel clima di indifferenza diffusa – come se fare politica dovesse obbligare ad essere ladri – nessuno o quasi chiede a condannati e inquisiti di essere così cortesi da fare tre passi indietro.
La Calabria ovviamente è tra le prime a lasciarsi governare, votandoli con vocazione masochista, da pluricondannati e strachiacchierati, e sputtanati.
Altro effetto è che per reggere questo gioco perverso – faccio finta di non sapere, ti ossequio come sempre, ti voto perché non si sa mai, mi faccio il fegato grosso ma non oso esprimere un giudizio critico come a Corleone o nei santuari della mafia, in Aspromonte, nel Vibonese, ora purtroppo anche a Cosenza.
L’informazione latita, la cultura cioè scuola e università si occupano delle loro discipline accademiche o dei massimi sistemi. Alla faccia della “terza missione” che consiste nel promuovere la crescita culturale e sociale dei territori limitrofi.
Accade perciò quello che ho sperimentato in prima persona: nulla è sicuro in terra di Calabria, i diritti dei cittadini, quelli che leggiamo nella nostra Costituzione, addirittura quattro manigoldi con un senatore complice hanno la possibilità di appropriarsi di una Fondazione e di un polo culturale unico a Cosenza e quello che ha il dovere di opporsi a questo scempio e lo fa senza timori deve combattere in solitudine, perderci la salute e le proprie risorse, compreso un quinto della pensione.
Ora dovrei presentare un Ricorso al TAR contro la coppia Occhiuto e Franz Caruso, perché hanno violato con arroganza e ignoranza la cosiddetta “sussidiarietà orizzontale”, cioè il pubblico ha fottuto il privato che aveva spinto a investire 13 milioni di euro.
Sarebbe l’occasione non per punire – il TAR non è un tribunale civile ordinario – ma per affermare un principio che metta al sicuro 300mila enti no profit dalla carognata cosentina.
Sono sicuro che il TAR sul caso Cosenza farebbe dottrina, ovviamente dando qualche kilata di fango a questa disgraziata città.
Ma comincio a domandarmi: sono io a 78 anni a dover salvare l’onore della città natale che mi ha accolto con una rozzezza e una violenza intollerabili?
È la domanda che pongo a tutti, e ai lettori de I Nuovi Calabresi in particolare. In passato emoji poche, commenti generici, condivisioni anonime. Vediamo ora.
3 Comments
Di Formica bisogna ricordare che nel 1980 era Ministro dei trasporti al tempo del disastro di Ustica(l’aereo Itavia abbattuto ) il ministro a 24 ore del disastro dichiarò: l ‘aereo è caduto per “cedimento strutturale:.Nel giro di un mese la GdF ispezionò tutte le sedi Itavia ,e la compagnia aerea fu sciolta.I fatti hanno dimostrato che Formica agì in mala fede ,le indagini dimostrano che l’aereo non era caduto per cedimento strutturale.
Ottima fotografia dello stato dell’arte, la superficialità e l’assenza di analisi critica partorisce l’arroganza e padri padroni della cosa pubblica.
Talmente competenti che hanno lasciato l’ Italia con il debito tra i più alti al mondo ,per contro gli incompetenti dei 5 stelle hanno governato solo due anni e mezzo e hanno lasciato un pil al 12% Questi sono fatti il resto sono chiacchere.