Credo che vi debba spiegare perché ho creato un nuovo spazio, che mi piacerebbe fosse occupato da scritti dei lettori, “Riserva indiana”.
Questo titolo è il ricordo di decine di film western dove gli indiani nativi, rappresentati sempre come cattivi e incivili, dopo essere stati quasi sterminati, erano internati in apposite riserve.
In tal modo gli americani grazie ai film di Hollywood si sentivano più buoni, gratificati per aver fatto piazza pulita di “quei musi rossi”, un po’ come accade oggi, da parte di una buona fetta di italiani, con gli immigrati, che il muso non l’hanno rosso ma nero (notate che l’aggettivo mulatto è scomparso dalla lingua italiana, perché non bianco come noi e non neri neri neger come li chiamano gli statisti della Lega).
Chiarito il senso del titolo più facile capire il seguito: per idee libere.
Veramente tutto il giornale, vorrei dire i giornali che ho diretto, ora I Nuovi Calabresi e prima iCalabresi, che ho fondato sono o erano liberi, e quindi da questo punto di vista “nulla di nuovo sotto il sole”.
Ma l’idea della riserva indica ai nemici della libertà, che in Calabria occupano i posti nelle prime file del teatro “del potere”, che dentro non ci provino a fare il bis della porcata a danno de ICalabresi (per la verità neanche “fuori” dalla riserva): l’intenzione è quella di essere del tutto irriverenti con le idee, i commenti, i fatti che abbiamo messo al sicuro nella riserva indiana.
Ora non voglio debuttare con un primo articolo “irriverente”, il fine settimana con tanti cittadini che stanno bagnandosi nei mari (presuntivamente puliti) calabresi o stanno godendo la pace e la frescura dei nostri meravigliosi parchi naturali.
Ma vi anticipo alcuni temi: l’ipocrisia e la viltà di persone autorevoli che di fronte allo strazio della democrazia e dei diritti costituzionali fatto a Villa Rendano si ostinano a parlare di “vicissitudini mie personali” di “baruffe in famiglia (quale famiglia?) di “rispetto della magistratura” che deve pronunciarsi sulla vicenda (e avrebbe dovuto già farlo perché dopo 35 giorni il giudice non ha reso pubblica una semplice ordinanza (urgente) dicendo si o no alla nostra richiesta di sospendere i nuovi vertici della Fondazione.
Sono i sepolcri imbiancati buoni per tutte le stagioni.
Altro tema: una biografia libera, irriverente ma non offensiva, del Sindaco di Cosenza che risponde egregiamente alla domanda di Moretti: “mi si nota di più se ci vado o se non ci vado?” Tradotto, significa mi conviene di più fare il Sindaco vero o fare finta di esserlo? Ma non solo lui.
Altro tema: giornalisti calabresi. Vittime di editori che li sfruttano, li tengono sulla corda con contrattini precari, ma anche direttori felloni, ipocriti, capaci di pubblicare tutto e il contrario di tutto.
Non sono temi inediti, ma non è colpa mia se i buoni, coraggiosi, animati da senso civico che pure esistono e non sono pochi non se li fila nessuno.
Io che ho alle spalle 50 anni di lavoro, soprattutto nella comunicazione e nel giornalismo leggo cose che si fa fatica a credere. Ora per restare sull’attualità? Avete presente la ex fascinosa Santanchè (credo l’unica moglie divorziata che utilizza il cognome dell’ex marito perché più da marketing e con un pizzico di esotico) che in un paese normale sarebbe stata formalmente incriminata da almeno cinque anni per bancarotta fraudolenta, truffa aggravata, violazioni delle leggi, superstiti, a tutela dei lavoratori; sarebbe stata bandita per decenza da tutte le trasmissioni televisive; bocciata dagli elettori e mai nominata Ministro (due volte) senza la replica del miracolo di Lourdes. È accaduto? No e allora perché scandalizzarsi di magistrati apicali che pasteggiano con capi mafia, di sindaci stipendiati in passato dalla malavita perché in grado di parlare all’orecchio dei giudici, di magistrati onesti fatti fuori e disonesti lasciati in pace?
Come vedete gli spunti non mancano: ma non sono così ingenuo da credere che un blog o giornale libero faccia sfracelli.
Ha ragione un signore, a me sconosciuto, ma ben informato di chi fa cosa mi ha fatto sapere che la porcata di Villa Rendano è stata un’operazione in house, con alcuni protettori perché i poteri seri non avrebbero mai favorito un’operazione per loro di nessuna utilità.
Per me cambia poco. Solo sarò più preciso nel tirare “le frecce” in senso virtuale contro i sicuri responsabili.