Comincio con un esempio lieve e poco impegnativo, perché è convinzione largamente condivisa che l’inizio di un articolo o di un libro decide il successo, in concreto che venga letto o cestinato.
Il numero delle visualizzazioni è un indice che ti dice che hai attirato l’interesse dei lettori. Le poche volte che siamo a quota 1000 o meno – succede di rado, ma succede – il messaggio arriva chiaro: non avete suscitato interesse.
Da questo punto di vista il giornale on line non bluffa, quello cartaceo lo si intuisce dal calo delle copie vendute e dalle parole degli edicolanti.
Andiamo all’esempio “lieve”. Anni fa per un certo periodo ebbe successo il comico Catalano che trasformò l’ovvietà in fonte di risate.
Il meccanismo era sempre lo stesso e consisteva in una domanda: è meglio essere alti, magri e con gli occhi azzurri o bassi obesi e gli occhi storti? Le versioni cambiavano, ma il divertimento degli spettatori era assicurato.
Perché questo ricordo che forse capiscono solo gli ultra cinquantenni?
Perché nel tempo più complesso e drammatico forse da secoli gli italiani – dal nord al sud – rifiutano la complessità, la imprevedibilità del presente e del futuro prossimo. È un modo per non sentirsi coinvolti, “chiudersi nel proprio orticello” come se in quelle decine di metri quadrati i problemi, le incognite non potessero entrare.
Consentitemi una citazione, cercherò di non farne altre: è tratta da un articolo o un breve saggio, meglio, di Fabrizio Maronta, consigliere scientifico di Limes: La tendenza a pensarsi centro del mondo è tipica delle mentalità immature o patologicamente narcisistiche, due tratti che spesso convivono. L’illusione può essere accentuata se si ricopre un ruolo di potere, pubblico o privato, che rafforza la convinzione di essere intellettualmente o affettivamente inarrivabili. Il narcisista fortunato muore sereno nella convinzione – cioè nell’autoillusione – di essere ciò che crede. Quello sfortunato soccombe alle dure regole della realtà quando non ai propri deliri di onnipotenza”.
La domanda che in realtà ha già una risposta positiva (“Sì”) che chiude la citazione è “Che quest’ultimo sia il cammino imboccato dall’occidente?”
È ovvio che la domanda è retorica. L’America aveva creduto allo storico Fukuyama, più citato per un’affermazione del tutto sbagliata “La fine della storia”, dopo la caduta del muro di Berlino e lo sfaldamento dell’URSS. Fuori la Russia, che Obama chiamò “potenza regionale”, la Cina percepita come un gigante lontano e interessato solo allo sviluppo economico, gli USA potevano dichiarare che erano la sola potenza rimasta in campo. Fecero entrare la Cina nell’Organizzazione del mercato mondiale perché faceva comodo al capitalismo americano, si mise a proclamare la superiorità del suo modello politico e sociale, con l’Europa al seguito, come al solito, e iniziò l’era della globalizzazione. Tutti più ricchi, più felici, più appagati. È stato vero il contrario. La Russia con la guerra in Ucraina ha fatto “tiè” ad Obama e soci perché è tutt’ altro che una potenza solo regionale, la Cina è ora un gigante politico economico e minaccioso. Globalizzazione e democrazia intesa come “governo del popolo” non piacciono quasi più a nessuno.
La sintesi è veritiera, ovviamente molto parziale, e ci dice che nessuno sa che tipo di nuovo equilibrio si potrà realizzare e soprattutto quando.
Pensiamo un po’ a noi italiani. Leggete sui grandi giornali nazionali un accenno meno superficiale a questi problemi? Praticamente no, solo un commento tranquillizzante, lo spazio ora è dedicato al governatore della Liguria, che mette in sordina il problema Santanchè, la Giorgia fa il possibile per far vedere che anche noi esistiamo ma sa bene che oggi tutta l’Europa non conta un cavolo. Del resto l’allargamento a 28 stati al tempo del Presidente della Commissione UE Prodi voluto dagli americani per ridurre il nostro continente a “nano politico”.
Pensate che negli uffici di Washington qualcuno sappia chi è Salvini, Lollobrigida, e i membri del governo? Non prendiamoci in giro. Solo da noi, specie tra noi sudditi mal sopportati della Calabria apriamo un giornale Cosenzachannel con la notizia e foto niente di meno di Katiuscia Gentile (chi cazz’è?) promette che farà diventare la Lega il primo partito in Calabria.
Ma l’altra domanda è chi dovrebbe fare queste domande? Almeno una parte dei cittadini – i più acculturati, insofferenti della banalità che propina la non informazione locale –. Una volta c’erano i partiti che svolgevano tra gli iscritti una preziosa azione pedagogica, certo di parte ma non fatta di chiacchiere al vento. Dovrebbe farla l’Unical che come tutte e più di tutte dovrebbe attuare la “terza missione” cioè promuovere la cultura civile, la consapevolezza della cittadinanza attiva. L’ha fatto Villa Rendano prima di cadere nelle mani di ignoranti e marchettari. L’Unical è un fortino chiuso che non comunica con l’esterno, è un polo conservatore in questo facendo comunella con politici e amministratori. Ripeto una mia convinzione: l’Unical da questo punto di vista è inutile e talora dannosa.
E allora la conclusione: ci proviamo noi con un giornale ancora da registrare in Tribunale. Dovremmo esserne orgogliosi. E invece cresce la nostra delusione, troppo bello, ambizioso il progetto Villa Rendano. Ci torneremo.
1 Comment
Interessante articolo specialmente per quanto attiene all’UNICAL il cui influsso sul territorio non si avverte se non per gli speculatori edili ed è servita anche da lavanderia per tanti illeciti introiti. Erano state avviate due belle iniziative, il CRAI (centro ricerche applicazione informatica) e l’Università a distanza (CUD) che avevano iniziato col creare occupazione e sviluppo, soprattutto per le nuove generazioni, ma purtroppo furono lasciate in mani poco accorte ed a persone che hanno pensato solo a loro stessi e non al futuro dei cittadini. La politica nostrana ha le sue colpe insieme ai vertici universitari del tempo. Come calabrese mi auguro, dato che ora il Magnifico Rettore è un Calabrese che si è formato in questa stessa Università, che lo stesso sia animato da buoni e nobili propositi e che faccia in modo che questa bella realtà non sia fine solo a se stessa. Il resto, tutto, verrebbe di seguito ed in modo naturale, una volta che le coscienze si sveglieranno dal torpore in cui sono state costrette.