Oggi parliamo di noi. Non è cosa che si fa spesso, ma se questo articolo servirà a rendere ancora più forte e convinto il favore e l’attenzione di tanti, molti lettori, faremo cosa utile e soprattutto scusabile.
Gli amici sanno che I Nuovi Calabresi nasce per far conoscere lo sconcio che è stato fatto a fine maggio 2022, quando senza neppure fare lo sforzo di trovare una motivazione credibile, i quattro membri del CdA della Fondazione Giuliani, nominati da me per il rapporto antico e fiduciario, votarono contro il Bilancio consuntivo del 2022, conforme a quello preventivo già approvato, provocando la mia estromissione.
Non entro nei particolari, noiosi, anche perché è in corso un processo al Tribunale di Roma.
Mi limito a dire che il “bilancio non è stato approvato”, traduco: bocciato, non perché fosse segno di una cattiva gestione della Fondazione Attilio e Elena Giuliani, da me presieduta per poco più di un anno dopo la scomparsa del fondatore Sergio Giuliani, ma perché un amico economista e top manager da me invitato a relazionare il CdA si chiese se fosse giusto imputare l’ammortamento alla voce “uscite” a quella “entrate”. Mai visto bocciare un bilancio perché c’è un quesito tecnico marginale e poi rivelatosi infondato.
In realtà il prof. Spirito disse molte altre cose positive: ICalabresi con i numeri di lettori raggiunti (a fine 2022 sarebbero stati 3.500.000) avrebbe avuto accesso al mercato pubblicitario nazionale e ai bandi di finanziamento pubblico. In concreto avrebbe generato utili per 100mila/150mila euro entro il triennio (pari al costo annuo) e il valore patrimoniale era già schizzato da 20.000 a circa 240.000 euro.
Un altro Progetto di alta formazione, a cura di un illustre docente cosentino, ma ordinario all’Università di Trento, avrebbe parzialmente da quasi subito coperto i costi di Villa Rendano (al netto delle attività) e nel triennio (è il tempo fisiologico delle start up) avrebbe generato utili.
Walter Pellegrini, ora presidente per me illegittimo sino a sentenza, che aveva predisposto (evidentemente perché gli sembrava congruo o solo perché il Direttore designato era un noto saggista suo amico) per un mensile cartaceo, poi bocciato, con diffusione annua prevista di 6000 copie, il budget pari a 193.000 euro, si spinse a dire “che il giornale ICalabresi – da tutti considerato un ottimo progetto editoriale soprattutto libero e non condizionabile – era un danno per la Fondazione”. La malafede è un ottimo collante e sul giudizio, che definire insultante e osceno è dir poco, tutti convenirono. Al tribunale produrremo i precedenti commenti entusiastici dei consiglieri tranne ovviamente l’editore Pellegrini.
Fine del riassunto delle “puntate precedenti”.
Ora veniamo al perché e con quali aspettative è nato, volutamente, un blog che non ho voluto registrare come testata giornalistica sebbene nei fatti, in scala ridotta, lo sia.
Perché volevo provare a tutti, mandanti o complici omertosi compresi, che un giornale in barba alla Costituzione si può chiudere, ma il tappo in bocca o la pece nel cervello riescono solo se l’interessato lo permette.
Ora, al di là di ogni previsione, abbiamo superato già di un bel po’ 50mila visualizzazioni (con un solo articolo si possono chiamare lettori) e soprattutto abbiamo ricevuto centinaia di messaggi di apprezzamento e solidarietà. Per questo possiamo solo dire: grazie, cercheremo – ma non da solo – di fare meglio se possibile.
Senza sostituirmi ai Giudici, che seguono solo gli articoli del codice, alcune brevi considerazioni sulle quali molti potrebbero convenire è possibile farle.
Vado schematicamente: non è dubbio che sia stato violato ogni principio di lealtà e fiducia; se abbia anche rilevanza giuridica, come io credo fermamente, lo vedremo.
È parimenti indubbio che è vergognoso e deprimente che nessuna forza politica tranne l’ex senatore Morra ha detto una parola. Il fatto che il Sindaco e gli altri amministratori con il silenzio abbiano di fatto condiviso il “colpetto di stato” non dovrebbe essere normale, anzi l’avv. Franz Caruso, giurista valente, dovrebbe spiegare come sia tollerabile che Sergio Giuliani si faccia convincere dal suo (ndr Di Franz) “amico” Occhiuto ad acquistare e restaurare Villa Rendano e lasciare in eredità buona parte del suo patrimonio, avendo chiesto e ottenuto da me suo cugino, di costruire, implementare e curare la Fondazione “vita natural durante”, per poi osservare dall’altro mondo che un omonimo, collaboratore senza alcun titolo, decida con altri compari che un Pellegrini qualsiasi, Walter o Francesco detto Franco sono la stessa cosa e la sua volontà di “ultima istanza” non più modificabile cioè, è stata comunque rispettata.
Allargando il campo alla politica locale, che in questa storiaccia una parte magari marginale l’ha avuta, il fatto che il PD che ora promette, e noi speriamo che lo faccia, di cambiare registro, cioè di far finta che è diverso dalla destra e in ogni caso di non voltarsi più dall’altra parte (in realtà con alcuni big ha fatto il tifo per i “congiurati”) rafforza la convinzione di cui ho scritto – riferendomi alla Schlein, ma anche a Giorgia Meloni – che si stiano creando le condizioni per un inevitabile cambiamento che mandi veramente in panchina in Calabria, e non solo, le classi dirigenti che in buona parte hanno fallito. Non è certo il Caso Villa Rendano in gioco, è la tenuta della democrazia e della società.
Sia chiaro che la politica non è la sola che dovrebbe interrogarsi, in Calabria – ne scriveremo nei giorni prossimi – c’è ampia materia, compresi i sospetti, magari solo maldicenza, che immaginano strane alleanze coperte tra “personaggi” con magliette diverse, con valori di riferimento alternativi, ma con qualche interesse convergente.
Dovrebbero spiegare il loro silenzio, in generale quando si tratta di casi imbarazzanti, non mi riferisco più al caso specifico, le cosiddette elites, molti commentatori, buona parte della classe dirigente.
Il silenzio spesso “uccide” o comunque non giova alla salute della Calabria. E purtroppo se ne sono resi conto in tanti, dal Nord al Sud, isole comprese, a scorno dei tanti calabresi per bene.