Nell’altro “capitolo” di questo racconto ho appreso che il Pellegrini, che piace ad Occhiuto e immagino a molti personaggi mascherati, ha scritto che “la missione principale della Fondazione d’ora in poi sarà quella di avere relazioni virtuose con ambienti politici e sociali”. Cosa non nuova, anche se perseguita in passato in un labirinto di falsi sì, sostanziali no, prese ripetute per i fondelli a partire proprio dall’acquisto di Villa Rendano.
Ma ho anche fatto cenno al progetto ambizioso proposto per fare fuochi d’artificio e senza alcuna possibilità e volontà di realizzarlo, addirittura la Fiera del libro del Mediterraneo.
Visto che buona parte dei progetti o attività proposte da WP sono state come i “fuochi della festa della Madonna del Pilerio” non sarebbe meglio che, anziché occuparsi di libri, si impegnasse nella produzione di fuochi pirotecnici, razzi e mortai?
Non divaghiamo e torniamo alla Fiera del libro del Mediterraneo, affidata su proposta del pirotecnico Pellegrini W. a Minimondi, una piccola società che aveva realizzato a Torino la Fiera del Libro per ragazzi.
Il CdA approva il 5 marzo 2015. Primi contatti, rassicurazioni a gogò, presentazione di un primo Comitato organizzativo presieduto dallo scrittore sardo Fois. Chiedo di poter parlare e incontrare quello che dovrebbe dettare le coordinate della Fiera. Non è possibile: risposta che mi sarà data sempre e per ogni occasione. Decido di andare io a trovarlo a Bologna dove vive e la “prima e ultima riunione organizzativa” si tiene in un bar di un Museo tra sbattere di tazzine, chiacchiere dei clienti urlate come è nel costume dei vivacissimi bolognesi. Risultato 0 o quasi 0.
I mesi passano, Occhiuto come al solito dice “bene, bravi, bis” e promette un generico appoggio questa volta senza l’ennesima convenzione. Viene dopo molte insistenze presentato un elenco di grandi nomi del giornalismo e della letteratura, tra questi il giornalista Da Milano, in teoria il più abbordabile, ma l’organizzatrice, che poi sarà la compagna del bravo giornalista, dice che è troppo occupato e quindi incontrarlo o parlargli a telefono non si può. Partito con l’approvazione del CdA a marzo siamo già a ottobre e la sola possibilità che c’è perché incontri Fois, che comincio a credere sia solo un richiamo per le allodole, è che il contatto avvenga fra una presentazione di un libro e un altro a Roma a novembre o dicembre alla Fiera del libro dell’editoria minore. A poche ore dal fulmineo incontro arriva un whatsapp che lo cancella, promettendo che faranno tutto loro e noi avremmo ricevuto la “fiera” già imballata.
Il proponente WP che avrebbe dovuto contattare gli editori “del Mediterraneo” tace e alla domanda cosa abbia fatto come promesso (prendere contatti e coinvolgere tutti gli editori del Sud), risponde lasciandomi a bocca aperta: “Mi riprometto di parlarne con il direttore della libreria Mondadori a Cosenza”. Giuro che è tutto vero. Da parte mia annullo il contratto che comunque è già costato circa € 30.000,00, vengo sommerso da mail sempre più minacciose dalla organizzatrice, alla quale era venuta l’acquolina in bocca sapendo di poter incassare € 250.000,00 (!), vengo a sapere che una collaboratrice emiliana, che era venuta da noi alcune volte, si è dimessa da Minimondi, perché scandalizzata dalla colossale e immeritata presa per i fondelli.
Sapete l’ultima? In una citazione che ha la caratteristica di essere fatta solo di falsi, ma che mi chiede “danni” per 270.000 euro (I Calabresi grazie a Belzebù da successo anche economico è “un danno” , lo stipendio pagato alla giovane costretta a dimettersi è “un danno”, ecc…), viene riportata tra le iniziative realizzate grazie a WP come un evento di successo “la fiera del libro” mai realizzata e qualificabile come “tentata truffa”.
Ora il punto che è fuffa, ma viene presentato come la missione principale della nuova Fondazione, cioè, scusate il termine non elegante ma onomatopeico già usato, “essere culo e camicia con tutti i politicanti e parassiti”.
Dovreste avere la pazienza di leggere il verbale che è pubblicato a parte per i volenterosi a inizio 2018 (CLICCA QUI).
Qui riporto pochi passaggi essenziali.
Il direttore generale Francesco Pellegrini “esprime un giudizio severamente negativo nei confronti della Regione Calabria che nei fatti si è disinteressata alle attività istituzionali (ndr: per la verità ci aveva “fregati” con un progetto del filologo John Trumper fatto slittare al secondo posto, perché pur ottenendo il punteggio 10 per qualità aveva meno “anzianità”. Dopo 6 anni il Consiglio di Stato ci ha dato ragione ed ha censurato la Commissione regionale. Abbiamo fatto ricorso al TAR di Catanzaro per avere almeno simbolicamente parte di quel che ci era stato rubato e da 5 anni siamo in attesa di sapere l’esito). Anche la relazione con alcuni docenti dell’Unical non ha prodotto salvo eccezioni i frutti sperati… Anche le convenzioni sottoscritte… con il Sindaco… riservando, con modifiche allo Statuto, al Sindaco o suo rappresentante qualificato un posto nel CdA non hanno avuto seguito concreto; …i cosiddetti stakeholders garbatamente sollecitati con una lettera del 21 dicembre 2017 hanno riconfermato la loro indisponibilità a forme di sostegno… Il DG evidenzia al Consiglio che queste difficoltà di rapporti con i soggetti istituzionali rendono alquanto difficoltosa, se non impossibile, la creazione di una sana relazione tra Fondazione e contesto locale”.
Walter Pellegrini quindi mente sapendo di mentire, – non è un caso, è la sua vocazione fare l’imbonitore – conferma che tutta l’operazione è stata da lui guidata in totale malafede. E in malafede e in spregio ai loro doveri istituzionali e ai valori di garanzia e tutela dei diritti dei cittadini sanciti nella Costituzione sono stati, come già identificati, Mario Occhiuto e Franz Caruso, e molti altri conniventi e mandanti che con certosina pazienza identificheremo e riveleremo.
CONTINUA…
Con questa serie di articoli (cinque in tutto) che sbugiardano, come altri, Walter Pellegrini che si dà come missione principale della Fondazione di essere “pappa e ciccia” con i soliti noti, chiamati impropriamente soggetti istituzionali, che in 10 anni abbiamo sollecitato invano per non lasciare sola la Fondazione Giuliani, in un Paese civile dovremmo poter denunciare i fatti al Tribunale penale. Ma siamo in Italia e sebbene si dica che la Legge è uguale per tutti, la replica di Davide contro Golia è difficile. Chi crede che vinca sempre il “buono” contro il “cattivo”?
È più vicino alla verità chi è scettico e non ci crede. Personalmente confido un po’ di più nell’informazione fondata come questi articoli sui verbali del Cda della Fondazione dal 2011 al 2021.
Ma non al punto da pensare, come avevo ripetutamente scritto, che personalità stimate e rappresentative di tutte le opzioni politiche, culturali e ideologiche, purché non inquinate dal malaffare, dovrebbero farsi avanti per salvare dal saccheggio morale e fisico Villa Rendano, che questo appello venga accolto per “salvare l’onore e l’immagine di Cosenza”, sarò retorico ma è meglio che essere gonzi, perché non mi risulta che in Italia che non è da tempo culla del diritto e della libertà democratica sia mai accaduto che un ente no profit venga dato in mano, non per valorizzarlo, allo stesso politico che l’aveva proposto e sostenuto con un patto non solo tacito di reciproca lealtà. Non è mai accaduto che un giornale libero e vincente fosse chiuso contro ogni logica come nel ventennio o nella Russia di Putin. Non era mai accaduto, credo, che un avvocato consulente giuridico della Fondazione divenisse il regista di una conquista illecita. Come credo non sia mai accaduto il record della falsità raggiunto da Walter Pellegrini che replicando le parole dette con profonda sincerità dal padre il carissimo Luigi passasse dall’autodefinizione di fratello a livido e bugiardo nemico. Perché? Perché dopo aver gustato il (modesto) piacere di fare il ras pagato di Villa Rendano non ha accettato che il legittimo responsabile (non capo perché in un ente no profit di “capi” non si dovrebbe parlare) tornato a Cosenza gli togliesse, né funzioni né compensi, ma il monopolio dell’egomania e del narcisismo.