Pur non avendo alcuna affinità politica con il Centro destra che governa la Calabria (ed anzi avendo avuto il privilegio di essere definito dal sen. Occhiuto prima (2017) una figura con Sergio Giuliani meritevole dei suoi complimenti “per l’encomiabile attività di rivitalizzazione culturale svolta in questi anni dalla Fondazione Attilio e Elena Giuliani onlus” e pochi giorni fa “schizofrenico”, debbo dire, come ho scritto con un articolo in evidenza per più giorni, che faccio fatica a capire cosa dice, fa, non fa, il PD con i suoi esponenti di vertice.
Cosenzachannel pubblica un’intervista nella quale l’ex Governatore Oliverio manifesta “i suoi dubbi sulla strana fretta per la fusione e la pigrizia sul nuovo ospedale di Cosenza”.
Probabilmente ho difficoltà a capire il linguaggio politichese del PD calabrese (ci riesco invece egregiamente con quello di tutte le forze politiche extraterritoriali), ma Oliverio parla di “fretta” perché dopo quaranta anni di chiacchiere fasulle – mai visto i tacchini che festeggiano il Natale o il Columbus Day negli USA – furbescamente, ma non illegittimamente Roberto Occhiuto ha fatto approvare un documento che fissa tempi, modi, referendum consultivo dei cittadini perché ciò che è già “uno” lo divenga anche dal punto di vista formale.
Mi è parso di capire che il PD cosentino in persona del no-PD (in teoria) Franz Caruso non l’abbia presa bene, perché da “alcuni amici del centro destra” – ne ho tratto la convinzione che si riferisse ad un altro Occhiuto, Mario, che ha battuto alle elezioni comunali “in nome della discontinuità radicale” – non si aspettasse questo sgarbo. Lui che per far risplendere nella memoria dei cittadini il suo predecessore votato all’iperattivismo, magari non sempre calibrato, si è attenuto all’inattivismo quasi totale. Come se non ci fosse proprio.
A parte questo, sia Franz Caruso sia Oliverio insieme con altri dirigenti che hanno attraversato un buon numero di passaggi nel vecchio PD e nell’ologramma del nuovo, dovrebbero spiegare al “popolo bue” che “nun conta un cazzo” (ndr citazione sdoganata da tempo) cosa hanno deciso poi cambiato e ricambiato destra e pseudo sinistra su Ospedale, Metro leggera, il passaggio di Viale Mancini da asse strategico di attraversamento dell’area urbana sud-nord a parco “del benessere” ancora in fieri?
Anche se i politici locali hanno una piena convergenza sul principio che l’informazione che vale è solo quella “velinara” e se uno osa fare un giornale libero, questo va tolto di mezzo, nondimeno essi pro bono dovrebbero far sapere a quelli che ai loro occhi “democratici” (ironia della sorte il Partito allergico alla comunicazione basica di chiama “democratico”!) non contano un cazzo (ndr vedi sopra) cosa hanno concordato in segreto: questo si fa con chi lo decido io, quest’altro forse si farà se conviene all’impresa che deve farlo, quest’altra cosa – per esempio la citta unica – dobbiamo far finta di volerla fare, ma dobbiamo tirare le cose per le lunghe in modo che quelli che “non contano un ca…” non capiscano che noi “non vogliamo fare un ca…” perché solo gli autolesionisti mandano al macero decine di posti di Consiglieri comunali, decine di assessorati e relative clientele. Tanto a noi chi ci tocca? Siamo destra centro sinistra tutta na cosa, i giornali sparano a salve, l’opinione pubblica da noi non esiste perché non puoi farti un’opinione qualsiasi se non sai niente di ciò che succede nel retrobottega delle sedi politiche e istituzionali.
E siccome c’è uno “schizofrenico” (sic dixit Occhiuto detto Mario) che è venuto da Roma “ppe rumpere i cugliuni” – perché s’era persuaso che Cosenza fosse rimasta tale e quale a quando “picciriddru” se ne è andato via, noi che contiamo ni pigliamo nu quaquaraquà qualsiasi, infedele e falso come Giuda, e lo facciamo fuori.
In effetti, ad oggi, in parte ci sono riusciti, ma come si dice se un ladro ruba e tutti lo vengono a sapere grazie a un quasi giornale che ricomincia a rompere i cabbasisi, solo aggiungendo Nuovi a ICalabresi, tanto sicuri non dovrebbero essere che effettivamente si sono liberati dal succitato “rumpicugliuni”. A meno che non decidano… Ma ne vale la pena? Tanto morto un rompicoglioni, ne vengono altri perché essere e sentirsi liberi è una cosa bella assai e pure contagiosa.