A fine ottobre 2010 è scomparso Sergio Giuliani. Anche se qualcuno pensa a celebrazioni insultanti a Villa Rendano per il fondatore della Fondazione, bisogna dire senza ipocrisie che essa è stata “rubata” innanzi tutto alla città di Cosenza, per la quale era stata concepita come atto donativo, poi a colui che la Fondazione ha voluto, lasciandosi convincere dal sindaco del tempo all’acquisto di Villa Rendano, ed infine a colui che ha contribuito a farne un riferimento culturale e civico importante, mentre “i ladroni di Pisa” ne stanno facendo una specie di mercatino delle pulci, decretandone la fine perché a norma di legge essa è prevista in caso di mancanza o inadeguatezza della sua missione (e dubito che leccare i piedi a politici e sindacalisti, a tromboni di ogni genere sia una “missione”, per cui sono stati spesi 13 milioni di euro). Non credo cha abbia senso e vita Villa Rendano sbaraccando tutto il passato, quando si cerca di spingere alle dimissioni (c’è già un amico compagno di un’amica pronto ad occupare un posto di Direttore personale (3 di cui 2 parenti del boss), personale a contratto (Mungari, non eri tu quello che dicevi che bisognasse ridurre il personale cominciando dalle due professionalità pregiate?)… dicevo, spingere alle dimissioni la Direttrice del Museo multimediale Consentia Itinera, che l’ha portato tra i musei nazionali più importanti d’Italia (c’è stata già la riduzione dello stipendio che non è consentito dalla legge persino in Calabria e la spinta a dimettersi fermata da me ricevendo in cambio il raffreddamento dei nostri rapporti) e poi scrivere una cazzata, cioè che con le entrate del Museo, irrilevanti, e la valorizzazione di due magazzini non finiti che da 13 anni si è cercato di affittare o vendere inutilmente, ci saranno le fonti sufficienti per le entrate, tanto l’iinteresse preminente è per le USCITE.
Sono consapevole che questo ricordo di Sergio Giuliani sia atipico e bizzarro perché parla di inganni, di rapina, di imbroglio. Ma questo è accaduto dopo il 30 maggio 2022. E l’imbroglio continua.
Sarà in compenso apprezzato dal fratello di Sergio, Vittorio che fino a pochi mesi dalla morte gli ha ripetuto che i soldi spesi per la Fondazione e per altre prebende – alcune scandalose, come il milione e seicentomila dati alla misteriosa badante rumena, coccolata perché gli garantiva la cronaca in diretta degli sprechi e delle ruberie naturalmente da parte mia che pur inesistenti lo eccitavano. Mentre io che come richiesto non ero citato nel testamento nonostante il COVID ho cercato tramite l’avv. Manna degli investigatori che garantivano di essere pronti a scandagliare tutta la Romania per sapere qualcosa della misteriosa badante. E invece, mi spiace per Manna, erano due imbroglioni di mezza tacca. Il lockdown mi ha impedito di andare personalmente e con maggiori garanzie a Bucarest.
Vittorio Giuliani che pure ha avuto importanti lasciti ha un solo dovere: non fingere, come ha sempre fatto all’occorrenza, di essere addolorato al ricordo del fratello, quello per i quali i medici di Asti (dove c’ero) avevano fatto una prognosi, per fortuna sbagliata, di sopravvivenza di un anno al massimo (in realtà egli è vissuto, male, per 8 anni), che mi sembrò doveroso riferire al fratello, riottoso anche a prendere in mano il telefono.
Il suo commento per clemenza non lo riferisco, ma diciamo che non è stato quello che ci si attende da un familiare stretto e già beneficato.