“Si svolge a Cosenza la prima manifestazione pubblica in Italia per la presentazione della nuova edizione de “L’Unità”. Lo riferisce il Comitato “Amici de L’Unità”. Martedì 28 febbraio 2023, alle ore 17.30, nel salone di rappresentanza di palazzo dei Bruzi, ci saranno alcuni dei protagonisti della esperienza politica e professionale vissuta intorno al giornale al tempo in cui era l’organo ufficiale di informazione del Pci. La presentazione della nuova edizione si snoderà attraverso un confronto, coordinato da Enza Bruno Bossio, a cui partecipano Franco Ambrogio, Ilario Ammendolia, Pantaleone Sergi, Filippo Veltri e Piero Sansonetti. Aprirà i lavori il saluto del sindaco di Cosenza, Franz Caruso. L’evento, di fatto, costituirà il lancio della uscita del nuovo giornale prevista per il successivo mese di marzo. “Torna l’Unità, Torna Gramsci” è lo slogan, anticipato dal nuovo direttore Piero Sansonetti.
Questo è l’annuncio apparso a febbraio su Il Corriere della Calabria, che ha voluto giustamente dare risalto alla rinascita di una testata gloriosa, in tempi nei quali di nascite se ne vedono poche e di scomparse o precarie condizioni di salute di giornali se ne registrano tante.
Poi c’è – mi spiace doverlo ripetere (ma avverto politici ed esecutori che lo farò fino a bucare il muro dell’omertà, salute, mia permettendo, non del giornale blog I nuovi Calabresi che gode di ottima salute e “i medici lettori” prevedono in ulteriore miglioramento) – il caso anomalo de ICalabresi che è stato sospeso, cioè chiuso nella versione voluta dalla mia direzione, perché aveva troppi lettori/visualizzazioni, era autorevole e apprezzato dentro e fuori la Calabria, e in aggiunta aveva a portata di mano il traguardo di autofinanziarsi almeno in buona misura.
Naturalmente di questo strano “accidente” nessun giornale calabrese ha parlato fatta eccezione per LaC news e Iacchitè.
Ma di questo torneremo a scrivere, partendo da una bizzarra Citazione in giudizio (sembra piuttosto un inutile mal fatto tentativo di intimidazione) della “nuova” – si fa per dire – presidenza della Fondazione Giuliani. Tanto paga Pantalone Giuliani!
Concordiamo tutti che la rinascita di un giornale glorioso quale è stato fino al 2017, a meno di 100 anni dalla fondazione voluta da Antonio Gramsci (non un Franco Pellegrini qualsiasi) è un evento positivo.
Non poteva mancare al confronto con il direttore designato Piero Sansonetti l’on. Bruno Bossio onnipresente e per ora onnipotente, e il Sindaco Franz Caruso, che nelle presentazioni riesce benissimo un po’ meno, cioè facendo scena muta, nelle occasioni di “omicidio doloso di un giornale libero e vincente”. Una contraddizione considerato il prestigio di avvocato penalista che lo accompagna.
Ora per completezza di informazione, sentiamo anche un’altra campana, cioè quella riportata sabato 11 marzo con adeguato corredo informativo da “Striscia rossa” a firma di Oreste Pivetta con un articolo titolato: “Magia dell’editore Romeo: torna l’Unità ma senza i suoi lavoratori.”
Intanto ricordiamo, sempre citando Striscia rossa “che” la chiusura dell’Unità nell’ormai lontano 2017, rappresentò la fine della storia gloriosa di un grande giornale, al quale era toccata la clandestinità durante il fascismo, che non aveva mai taciuto, per difendere il quale molti erano finiti nei campi di concentramento nazisti, che nel dopoguerra aveva toccato diffusione milionarie, che era diventato tribuna di politica e di cultura in tutti i campi”.
Non sorprende che Renzi cedendolo all’editore Pessina imprenditore del calcestruzzo multimilionario si liberò senza troppo piangerci sopra di un giornale simbolo della sinistra e però anche, come quasi tutti, con molta gloria e pochi lettori.
Ora, tutto sommato nulla di nuovo, ma con un “Ma” grosso come una casa. La nuova Unità a guida Sansonetti sembra essere il sostituto de il Riformista, con lo stesso direttore, e con gli stessi redattori. Anche il progetto grafico sembra occhieggiare quello del confratello Riformista. Ciò che non va, e qualcosa dovrebbe significare, per esponenti di punta PD come Bruno Bossio, Franco Ambrogio e lo stesso Franz Caruso che con i suddetti sembra condividere tutto, ma proprio tutto, è il destino dei lavoratori (parola divenuta semisconosciuta dalle parti della gausce).
“Il 18 aprile l’Unità tornerà in edicola. Ma senza le giornaliste e i giornalisti che la storica testata della sinistra hanno difeso e fatto vivere anche negli anni bui e dolorosi della sua chiusura. In questo nuovo progetto editoriale noi, lavoratori dell’Unità licenziati nei giorni scorsi dal curatore fallimentare, semplicemente non esistiamo. Cancellati.”
Nel “confronto di cui s’è detto” queste parole non compaiono. Fa “più fico” condividere una “nascita”, che sembra piuttosto una replica, che farsi il sangue amaro per un po’ di sfigati “lavoratori”. Oddio! Che parolona!.