In un contesto drammatico come mai, la nostra giornalista Cecilia incarcerata in Iran per farne merce di scambio, restano anche questioni e misteri minori da spiegare.
Dopo mesi di ricerche, di voglia di capire cosa abbia spinto con ampie garanzie Walter Pellegrini a far fuori senza ragioni spendibili il legittimo presidente della Fondazione Giuliani e chiudere come primo atto iCalabresi, un giornale libero stravincente, ho chiesto rispettosamente al Procuratore Gratteri, al quale avevo inviato la querela denuncia depositata nella sua Precedente Procura, di far sapere quale fosse il significato del suo silenzio che sembrerebbe omertoso, ma senza avere un cenno di risposta. Non obbligatoria per un comune cittadino, ma non accettabile per un magistrato che è e si proclama eroico difensore della legalità.
Ora senza azzardare alcuna ipotesi, né tanto meno evocare il deprecato regime dei carnefici iraniani, ripeto la domanda: lei condivide o no l’azione piratesca, illegittima, immotivata, criminale, abusiva del suo amico Walter Pellegrini amico di Antonio Nicaso valente coautore e amico suo?
Non ha alcun obbligo, se si sente offeso può anche citarmi in giudizio con ottime chances, ma noi potremo dubitare dell’opportunità del culto devozionale nei suoi confronti.
I grandi drammi del nostro tempo che noi de I Nuovi Calabresi non ci stanchiamo di ricordare, spiegare, non cancellano tutto il resto che non è mai così piccolo da essere gettati nel dimenticatoio.