Abbiamo pubblicato il primo capitolo di una storia che abbiamo titolato “O la borsa o la vita”, come si conviene quando si racconta e si rende pubblica una vicenda criminosa.
Il protagonista di questo capitolo è l’avv. Santo Emanuele Mungari, di cui già sapete che in virtù di un rapporto personale e professionale ultraventennale aveva ricevuto da me un ruolo che sarebbe stato decisivo, come difatti è accaduto, solo tradendo quei rapporti che mi avevano indotto a nominarlo esecutore testamentario con l’impegno sottoscritto di tutelare mia moglie in caso di probabile mia premorienza.
Ma su questo già sapete molto e contro di lui (da solo o con altri) sono pendenti due processi civili non lontani dalla conclusione e tre denunce penali già all’esame dei Procuratori di Roma.
Ho sempre saputo che Mungari è un bravo avvocato ma democristianamente infido, al centro di una rete di relazioni che contano, non le conosco in dettaglio, ma penso che potrebbero comprendere personaggi dei Servizi segreti, italiani o americani, o OPUS DEI e forze politiche oggi ancora in auge come il PD romano.
Non ho fonti certe, sono quindi ipotesi che giudico però fondate su una serie di eventi nei quali il merito vale se accompagnato dal favore di un politico autorevole.
Da quel che ricordo è stato assunto all’IPAB – Istituti riuniti della Regione Lazio di Assistenza sociale – diversi anni orsono cedendo poi il posto alla gentile consorte, poi più di recente, auspice il Presidente regionale Zingaretti, Commissario del prestigioso Istituto di Studi giuridici Carlo Arturo Jemolo, lasciato nel marzo di quest’anno, nominato dal Sindaco Gualtieri commissario o qualcosa di simile per le problematiche del trasporto pubblico locale.
Tutto questo non cancella i suoi meriti scientifici, la sua professionalità, la sua apparente amabilità ma non esclude neppure una determinazione più volte replicata per ottenere ciò che desidera, compreso il controllo egemonico decennale della Fondazione Giuliani.
Ora è accaduta una cosa inquietante, frutto di contraddizioni e illogicità, di cui vi darò solo una breve sintesi. Premetto che l’esposto di cui ho saputo solo pochi giorni fa con la sorprendente bocciatura era fondato sull’eclatante incompatibilità dell’avv. Mungari nel Ruolo di Organo di garanzia, che risulta una bizzarra novità, perché il solo Organo obbligatorio si chiama di Controllo, con ampi poteri di vigilanza e quindi incompatibile per uno come Mungari che è privo dello status di terzietà perché fino a tutto il 2022 consulente retribuito della Fondazione (art 2399 CC).
L’esposto suggeritomi dai Nuovi Organismi che tutelano e rappresentano il Terzo settore, che fanno capo al Ministero del Lavoro ma con funzioni delegate alle Regioni e che rilevava il “giochetto di celare con un nome diverso” le competenze dell’Organo di controllo, era stato accompagnato da una lunga serie di prescrizione del Direttore Generale competente del Ministero e recepite dalla Direttrice omologa della Regione Lazio. In sintesi le prescrizioni imponevano un controllo di merito che avrebbe di sicuro rilevata la violazione dell’articolo del Codice.
Vengo a sapere dopo 9 mesi (!!) che la funzionaria incaricata, dipendente dalla Giunta e non dalla Struttura tecnica (che combinazione!) si è limitata a fare un controllo formale sulle carte presentate dalla Fondazione per iscriversi, come d’obbligo, al Registro del Terzo Settore, inutile perché non richiesto da me e del tutto estraneo al controllo di merito che le era stato richiesto dai Superiori del Ministero e della Regione.
Ora 9 mesi per decidere sulle carte e non sulla sostanza non sono forse uno scherzo di cattivo gusto? O se preferite, non credete che tra rischiare un mio ricorso al TAR di Roma che si pronuncerebbe tra tre anni e costerebbe un bel po’ di denaro o far decadere l’erculeo corazzato Mungari con tutte le sue protezioni si sia preferito dare torto a chi ha incontestabilmente ragione e darla vinta a chi ha creato e camuffato un ruolo comunque insanabilmente (lo dice il Codice civile) incompatibile che avrebbe comportato la decadenza di Mungari e con lui dei 4+2 abusivi oggi membri del CdA il solito compito di lasciare rovine su Colle Triglio?
Ecco cosa è accaduto due anni fa, si è scavata una doppia fossa a Villa Rendano e al giornale ICalabresi.
Riflettete gente, riflettete se vi piace vivere in un Paese dove Il DIRITTO è una piuma al vento e in una Regione e città dove I DIRITTI sono una presa per il cu…