I politici e gli amministratori come i sindaci hanno molti doveri da assolvere ma uno in particolare: non possono operare contro i cittadini, ignorarne i diritti e le legittime aspettative. Spesso in tanti lo ricordano e lo rispettano. La vicinanza fisica ai cittadini li obbliga a non dire una cosa e farne un’altra. Detto così è un’ovvietà, ma non lo è affatto giacche il cittadino che viene ignorato o preso per i fondelli con promesse fantasmagoriche quasi ovunque è e si sente meritevole di rispetto e verità.
Quando poi i singoli i cittadini si sentono parte di una comunità sono consapevoli che hanno tutte le ragioni per biasimare e disistimare il politico o l’amministratore inadempiente. Sembra anche questa una banalità, più si è e meglio è. Non è cosa banale perché a parte la forza dei numeri essi costruiscono e condividono una coscienza civica o sociale. Se vedono che un cafone butta in terra i resti di una colazione o si libera di rifiuti che non sa dove collocare perché i cestini per la raccolta distano 50 metri non fanno finta di nulla, lo richiamano ad un minimo di rispetto civico perché questo è il loro dovere nei confronti della comunità. Questa sequela potrebbe continuare a lungo e si arriverebbe al cittadino che è protagonista e non servo, che sa che i diritti della vita quotidiana contano quasi come i diritti costituzionali ai quali arriverai veramente se non avrai saltato neppure uno solo di questi passaggi.
Il Sud in maggioranza e la Calabria in particolare sono lontani mille miglia da questo percorso perché piuttosto che “pretendere” pensano che sia meglio, più facile “chiedere” con il dovuto rispetto. Credo di averlo già scritto, ma quando mi impegnavo in campagne elettorali – di solito in Campania e una volta del Triveneto – le persone che incontravo in Campania chiedevano una “raccomandazione” per ogni cosa che era scontato dovessero avere. Dove accade che il Sindaco di Castellamare di Stabia, una persona di qualità, riceva un suo cittadino per essere certo che una lettera raccomandata sia stata effettivamente spedita dall’Ufficio postale? Ma per far pesare elettoralmente l’interessamento del Sindaco, questi lo indirizza al “politico” (tra l’altro di mezza tacca), il sottoscritto, che addirittura veniva da Roma perché fosse lui ad assicurare previo opportune verifiche (?) che la raccomandata è effettivamente partita.
È un esempio vero, sebbene estremo, ma ciò che conta è il metodo e da noi anche a Cosenza neanche pensano che chi fa il suo dovere, magari di malavoglia, non merita una medaglia perché fa solo quel che deve fare.
Questo è una specie di divagazione, ma mica tanto. Quanti sono i politici imbonitori, gli amministratori o i semplici impiegati che se un giornalista (non locale, ovviamente) fa un servizio perché Tizio ha avuto il vaccino anticovid prima di chi ne aveva diritto (si capisce che mi riferisco ad un episodio ben preciso e datato) l’impiegato tagliafile urli “Fuori, perché questa è casa mia”. Non gli passa neppure per l’anticamera del cervello che lui è un impiegato pubblico e quindi quello che chiama “casa” è di tutti tranne che sua.
Ora è noto che sono divenuto un convinto disistimatore del Sindaco Franz Caruso, che pure all’inizio avevo frequentato con simpatia prendendo per serio l’aggettivo “socialista”. Ora ne fa una al giorno per farsi disistimare, non da me che non abito più a Cosenza, ma dalla grande maggioranza dei cittadini. L’ultima, fa togliere la statua, non bellissima per la verità, di Giacomo Mancini che in tanti ricordano con affetto. È un frequentatore compulsivo di Villa Rendano per ogni cazzatella – è l’offerta attuale della “casa” – per far sapere che lui come Mariuccio suo sta dalla parte del Pellegrini “buono” a nulla. Può darsi che abbia ragione ma aspetti almeno la prima sentenza che dirà se la rapina a danno della Villa è stata un abuso, cioè una porcata, oppure un’azione lungimirante. Qualche possibilità c’è perché l’alto Magistrato che ho incontrato oggi mi ha avvertito che il Giudice in questo caso è affidabile, ma che dietro le quinte ci possono essere manipolatori di professione. Cosa che ho già sperimentato una volta.
E sempre Franz Caruso ogni tanto si sveglia e lancia il sospetto che il prolungamento dell’alta velocità fino a Reggio non si farà né ora né mai.
Se anziché svegliarsi dall’abituale letargo, vincendo la sua repulsione per il Pellegrini (buono e incazzato a tutto) gli avrei ricordato che il giochetto delle tre carte delle frecce rosse a 300 km orari in Calabria è stato fatto già tre volte. La prima con Ligato presidente e pur con molte perplessità feci fare una carta ferroviaria con l’AV da Milano a Reggio e addirittura con la collocazione dei cantieri previsti. E siccome il mio lavoro era di comunicare le magnifiche sorti progressive di FS ottenni a pagamento che questa cartina di pura fantasia fosse allegata al settimanale L’Espresso al tempo molto letto e autorevole.
Lorenzo Necci che poi l’AV Milano-Salerno la iniziò a realizzare veramente fece qualcosa di meglio: a Portici presente il Presidente del Consiglio fu tanto convincente che tutti i presenti furono convinti che non tutta ma una parte almeno della nuova linea era quasi finita.
Necci era un grande manager, un vero incantatore di serpenti e pure onesto. Un’anomalia intollerabile che risolsero con un arresto di ritorno da un viaggio ufficiale su invito di SM Elisabetta che finì appena ottenuto il risultato. Un grande manager galantuomo con dichiarate ambizioni politiche fatto fuori per far largo a un grigio e ottuso Cimoli, demolitore di FS e Alitalia, che in compenso aveva concordato con il PDS e con il nuovo Ministro dei trasporti la più grande porcata a danno dello Stato italiano per il quale – notate l’imbecillità replicata con la Fondazione a Cosenza – mi dimisi perché non volli firmare un parere compiacente come Direttore dei rapporti internazionali. Il Ministro e Cimoli avrebbero potuto ignorare il mio parere contrario, ma questo comunque sarebbe rimasto in atti e non è prudente.
So che non interessa a molti, ma se volete renderò noti gli imbrogli, le omissioni, la sfacciata violazione di obblighi di legge che il mio omonimo ha accettato, ignorato e poi preso da euforia Gratteriana o Occhiutiana ha addirittura portato all’incasso.
Ma tanto è inutile. Se non c’è una sentenza chi volete che ci creda. Non si chiama prudenza ma più indegnamente vigliaccheria, che rende pure accettabile un sindaco come Carusone detto massone.