… è sacro anche in Calabria e Cosenza?
Se i Suoi collaboratori avranno la bontà di segnalarle l’articolo che segue, dopo tra mail cestinate, i calabresi onesti Le saranno grati e saranno orgogliosi del nostro Presidente.
Signor Presidente della Repubblica,
Lei, dopo il vile pestaggio di un giornalista de La Stampa a Torino, ha molto opportunamente detto che “che ogni violenza contro la libertà di informazione è un attentato alla Repubblica”.
Sono parole sacrosante perché oggi in Italia la libertà di stampa, pur garantita dall’art 21 della Costituzione, in molti casi sembra un’optional, in taluni casi per atti violenti, nella maggioranza dei casi perché la pratica assenza di editori pure ne condiziona la libertà – meglio servire se si vuol essere serviti – e i giornalisti sono sommersi da querele temerarie e ancor peggio da Decreti penali di cui non conoscono il quando e il perché.
Ciò detto, signor Presidente, Le ho scritto due o tre volte per segnalarLe che in Calabria, come al solito molto zelante quando si tratta di limitare la libertà in senso ampio, è successo di peggio.
A fine maggio una Fondazione nata nel 2011 con sede legale a Roma, voluta e finanziata con gran parte del suo patrimonio dal dott. Sergio Giuliani, cosentino come moltissimi altri vissuto facendo l’odontoiatra a Roma e Ginevra (è poco elegante ma si tratta di circa 13milioni di euro), che si lasciò convincere dal Sindaco di Cosenza pro tempore Mario Occhiuto e acquistò per salvarla dal degrado e dall’abbandono da SNAM Progetti la Villa Rendano che nell’800 era stata l’abitazione della famiglia del compositore Alfonso Rendano, amato e apprezzato soprattutto da Puccini.
Fin dalla scrittura dello Statuto a chi scrive, al tempo 64enne, fu richiesto di dare un contenuto importante alla prestigiosa Villa, a dare una missione nobile e utile alla Fondazione, mentre tra Comune e Ente no profit si stabiliva un rapporto di “sussidiarietà orizzontale” oggi in teoria (e vedremo perché) tutelato dal Codice del Terzo Settore.
Ciò cha la Fondazione ha realizzato a Villa Rendano è noto, non solo ai calabresi, ma a molti italiani ed europei perché molte iniziative di cultura civica con lo sguardo rivolto al mondo (che io amante della Geopolitica da sempre considero non solo interconnesso ma un immenso “cortile” occupato da miliardi di essere umani che anche senza conoscersi sentono di essere tutti una immensa comunità con diritti (spesso negati), doveri e sentimenti e desideri comuni. Ha soprattutto realizzato il Primo grande Museo multimediale in Italia, noto e apprezzato, riconosciuto con DM Cultura “tra i grandi musei nazionale”, diretto con molte iniziative collaterali da un’eccellente storica dell’arte.
Tutto questo è ora in fase di banalizzazione, una sorta di mercatino delle pulci dove si preferisce dare una passerella a scrittori della domenica, a clienti di politici e potenti. Insomma la cosa più inutile e dannosa, e in questo caso a carissimo prezzo, che si fa nelle piccole città di provincia specie nel nostro Mezzogiorno.
Come è stato possibile tutto questo? Con il tradimento di quattro o membri del CdA nominati da me divenuto da Direttore Generale anche presidente, scelti sulla base di rapporti professionali e personali pluridecennali. La cupola massomafiosa che di fatto governa oggi la Calabria, ma purtroppo oggi anche Cosenza degradata da Atene del mezzogiorno a “città della ’ndrangheta”, complici anche istituzioni locali e non solo, ha coperto, protetto, gradito questa azione di rapina.
Ma siccome sono partito da libertà di stampa La informo, sig. Presidente, che la Fondazione nel 2021 approvò il progetto di creare il primo giornale di inchiesta on line, libero, non manipolabile, con due riferimenti assoluti: la Costituzione e la legalità.
Con una redazione di 5 giornalisti e molti collaboratori, con me Direttore responsabile (non al debutto in questa funzione), tutti assunti con regolari contratti e con stipendi addirittura superiori alla media nazionale, il giornale quotidiano ICALABRESI in un anno raggiunse milioni di lettori (accertati) in tutt’Italia, divenne autorevole al punto da meritare che alcuni articoli fossero ripresi da giornali nazionali tra i più letti e con un budget “per un settimanale divenuto da subito quotidiano” di 16.000,00 euro valutato e certificato con valore patrimoniale di 250mila euro. Definito dal capofila dei consiglieri infedeli “un danno per la Fondazione”, il giornale fu chiuso e la testata regalata per una vita breve perché non libera.
Nel nuovo Cda siede anche il citato Mario Occhiuto, che da padrino e sostenitore dell’acquisto di Villa Rendano ne è diventato uno dei suoi affossatori. Forse eccitato dall’essere divenuto senatore della Repubblica.
Il sottoscritto da solo sta combattendo con denunce penali, processi civili, esposti alla Direzione Terzo settore della Regione Lazio, una dura e costosa, non solo in termini economici, battaglia per punire un crimine a danno del libero giornalismo, rimettendoci la salute al punto che l’INPS mi ha dichiarato invalido 78 anni “grave e al 100%”.
Ora sig. Presidente – senza voler fare una graduatoria tra “vittime” della violenza fisica e NON fisica – mi chiedo perché nessun parlamentare, soprattutto eletto in Calabria, informato dal sottoscritto ora addirittura con un libro recensito con parole lusinghiera dalla prestigiosa AREL, fondata dal prof. Andreatta, geniale fondatore dell’Università della Calabria che immaginava elemento di trasformazione e rivitalizzazione dell’Università della Calabria a vantaggio della società civile, nessun giornale locale o nazionale – una realtà che conosco bene avendoci per 30 anni lavorato anche con ruoli prestigiosi – ha accettato di parlarne anche pagando un redazionale sobrio. Nessuno delle Istituzioni nazionali ha riposto alle mie denunce. Detto esplicitamente, o solo pensato, la spiegazione che mi è stata data è semplice e brutale: “Della Calabria non frega niente a nessuno”.
Mi permetto dire ai Suoi collaboratori di non cestinare, come fatto altre volte, le mie mail indirizzate alla Presidenza della Repubblica, perché come è facile accertare trattano di una manovra violenta e negli atti giudiziali qualificata criminale, perché una prova arrogante del potere della massoneria deviata e della mafia, con esecutori senza remore.
1 Comment
Buongiorno, una lettera triste che lascia tutti basiti ,ma che lascerà tutti più sgomenti.
Il sud ,non ha bisogno di reditto di cittadinanza ma di dignità.
Il sud ,come al nord ha tantissimi giornalisti d inchiesta bravissimi ,che segnalano molte problematiche e preoccupazioni, ma che restano sempre non ascoltati ,indagati per avere detto la verità, feriti …quando va tutto bene.
Ebbene Presidente lei è il Presidente anche per queste situazioni e tacere sarebbe un atto vergognoso …a dire poco