Confesso che pur scavando nella montagna di documenti, verbali ed altro per difendermi dalle accuse vigliacche, poi traslate con un’aggiunta di falsi conclamati dei pirati di Villa Rendano, molte cose mi sono state negate perché ovviamente depositate nella sede della Fondazione, o semplicemente perché me ne ero dimenticato. La proposta del febbraio 2021 di far fare un giornale d’inchiesta (QUI PER LEGGERLA) che sembra tratto dagli archivi degli anni ’70 bagnati dal sangue delle vittime del terrorismo, di Walter Pellegrini, delegato alle iniziative editoriali, sorprende perché l’impressione passata e presente che ho tratto da ciò che ha detto e scritto fa pensare al modello di giornalismo tranquillo, sempre dalla parte dei politici di razza (quale razza non è precisabile) come Mario Occhiuto, Franz Caruso, Madame Mimì Adamo e il noto Nicola che ha avuto l’occasione di replicare la storia di Adamo ed Eva.
Per quanto camaleontico e infedele sia Walterino il buonino, è difficile non interrogarsi su questa doppia identità: servile e implacabile.
Poi mi sovviene che a dirigere il foglio rosso sangue era stato, su richiesta di Walterino birichino, il saggista coautore con Nicola Gratteri di una lunga serie di saggi sulla mafia.
Quindi prende corpo l’idea che non fosse ICalabresi definito, facendo sganasciare dalle risate, “un danno per la Fondazione” delle cui finanze Walterino sciocchino si è sempre poco curato facendo contratti con molte centinaia di euro, assunzioni umma umma compresa la colf di famiglia, pagata per un part time da lunedì a venerdì quasi € 1100,00, ma altro il motivo del passaggio dall’entusiasmo all’ostilità militante condivisa con tre complici solo strumentalmente contro il giornale, in realtà contro di me, perché il posto di Presidente della Fondazione, che per me era un onere datomi da Giuliani da rispettare, per lui era “na voglia, na gulia” alla quale non voleva rinunciare.
Ora per non farla lunga, esprimo anche alla luce di questo inedito le seguenti osservazioni.
L’assalto alla Fondazione si rivela per quello che è stato: una sporca e ignobile carognata nei confronti in primo luogo di Sergio Giuliani che Mariuccio ha “preso per il c….” fin dall’inizio e poi a me, perché 11 anni di lavoro, vero, facendo il pendolare Roma Cosenza Roma, non retribuito (a proposito la bufala della donazione fattami che per i miei “amici” in realtà era retribuzione a tempo indeterminato, quindi variabile tra € 20.000 e 40.000, non è stata neppure calcolata dal giudice che in compenso mi ha negato un diritto che nessuno contestava perché l’avvocato non ha discettato sulla natura del Direttore generale “ subordinato” o “ parasubordinato” che – dicono i sacri testi – siano di fatto la stessa cosa).
Seconda osservazione questi gaglioffi hanno fatto peggiorare le mie condizioni di salute che avevano indotto mia moglie a trasferirci a Cosenza perché aiutava un contesto amato e accogliente.
Terza osservazione. Il consiglio che mi viene ripetuto da moltissimi, amici, medici, persone solo sensibili è quello di fermarmi con le azioni legali e non legali perché cito da una prognosi pro veritate di un bravo e onesto cardiologo:
Conclusioni: Il Sig.Pellegrini Francesco presenta una storia clinica e strutturale di cardiopatia ipertensiva, valvolare e soprattutto di cardiopatia ischemica cronica. Le condizioni attuali di stress psicofisico hanno già determinato un incremento pressorio mal controllato dalla terapia sebbene incrementata con evidente ripercussione sull’anatomia e funzione cardiaca.
(…..)
La cardiopatia ischemica cronica rivascolarizzata con bypass sia arterioso che venoso in soggetto con cardiopatia ipertensiva pone le condizioni di elevato rischio aritmico con conseguenze gravi laddove possono verificarsi momenti di stress intensi sia episodici che continuativi.
Lo stress attraverso risposta adrenergica inappropriata può generare aritmie ventricolari gravi con conseguenze difficilmente quantificabili (insufficienza di circolo, sincope, morte improvvisa).
In fede
Sia chiaro che questo squarcio privato non punta alla “comprensione” altrui che a Cosenza non s’è vista proprio, ma a promettere che lascerò con dolore e disgusto la mia città natale, non smetterò di combattere specie in sede penale con o senza I Nuovi Calabresi perché una porcata illegale, con effetti devastanti, si chiama “delitto” e come tale va perseguito e non messo in sordina. Poi dove non arriva la giustizia degli uomini, arriva quella pur misericordiosa del Padre celeste.