I popoli di lingua greca che anticamente abitavano le coste del Mediterraneo, chiamavano la verità alètheia una parola che significa svelare, cioè sollevare il velo dell’oblio e dei silenzi che avvolge la realtà. Si tratta di una parola potente e illuminante, perché ci ricorda che la verità non veste gli stracci delle apparenze e dei formalismi cuciti ad arte per secondi fini. Chi sceglie di andare oltre le parvenze e i conformismi, oltre le menzogne e i sotterfugi, oltre i traffici e le prepotenze sceglie la ricerca incessante della verità come obiettivo professionale e metodo esistenziale.
Indagare per informare, scavare per strappare i fatti all’ombra, illuminare le spelonche dove si annida la menzogna, il malaffare e la corruzione questo deve fare una informazione libera e indipendente.
Detto questo ci si chiede. Perché una terra così bella, così ricca e così ospitale come la Calabria viene tanto spesso usata come prototipo di ciò che non funziona, come scandalo di una realtà sociale ed economica che non sta al passo con i tempi? Perché l’aggettivo “calabrese” è usato così spesso in tono dispregiativo e denigratorio? La risposta rimanda sostanzialmente al silenzio con cui i poteri opachi hanno saputo coprire i loro loschi interessi. La nebbia che ha coperto gli affari di una minoranza ha così nel tempo offuscato l’immagine di una intera regione e la Calabria subisce oggi gli effetti di un’antonomasia negativa che non merita.
L’unico rimedio per dissipare tali nebbie omertose è la parola pronunciata ad alta voce, la denuncia puntuale, il racconto accurato di chi sa perché ha scovato i fatti nascosti dietro le parole vuote, i depistaggi o le subdole omissioni.
“I Nuovi Calabresi” come organo di informazione on line offre oggi, a tutti coloro che amano la Calabria, un’occasione unica per smentire l’immeritata nomea di ultima regione del carro della sanità, della viabilità, della abitabilità e del civismo. Raccontare la Calabria vera significa restituire il rango che le compete nella cultura, nella società e nella politica del nostro paese. Val forse la pena ricordare agli anonimi denigratori e ai noti arruffapopoli che il nome Italia nei secoli ha progressivamente risalito l’intera penisola fino a battezzare le selvatiche terre padane. Val la pena sottolineare che il nome Italia ha iniziato il suo viaggio a Nord partendo proprio da queste terre.
Detto questo proponiamo ai lettori una sorta di guida concreta dei punti fermi e degli ideali che informano i lavori e la missione de “I Nuovi Calabresi”; un “giornale” dedicato a tutti coloro che amano la Calabria autentica, quella che non si fa illusioni, ma non rinuncia a lottare per il buon nome di una terra che il mal costume ha screditato.
Qui di seguito elenchiamo le basi programmatiche del nostro modo di fare comunicazione per un possibile riscatto civico.
Dichiarare in nostro amore per la Calabria, per la verità, per la giustizia significa per noi impegnarci a informare, criticare, denunciare e svelare la verità. L’informazione o è denuncia dei fatti e dei traffici nascosti alla pubblica opinione, oppure è pura chiacchiera al servizio dell’omertà.
Troppo spesso le penne dell’ortodossia coprono gli scandali rincorrendo senza sosta le notizie tanto clamorose quanto vane, gli scandali effimeri, le appetitose facezie. Così mentre la superficialità, la volubilità, il disinteresse e l’incostanza dominano, sulla cresta dell’onda, nell’ombra covano i mostri dell’immobilismo e del declino.
Parlare di ciò di cui “sarebbe meglio tacere”, denunciare ad alta voce il malaffare, sbattere i fatti in prima pagina, svelare i segreti delle consorterie sono i punti cardinali per immaginare l’emancipazione e il riscatto dei nostri territori dalla cattività omertosa.
La crisi morale innescata dalla corruzione del costume politico prevede, come esito scontato, la decadenza sociale. Non v’è riscatto sociale, se non nella lotta per la verità e per la giustizia: unico rimedio all’inesorabile degrado. Chi ci chiama illusi si candida ad essere complice dello stato delle cose. Per ignavia forse, ma in qualche caso, anche per convenienza.
Siamo solo agli inizi di un’era in cui l’informazione digitale giocherà un ruolo decisivo. Internet ci permette oggi di vivere l’informazione come flusso continuo di notizie in tempo reale. Ma non lasciamoci ipnotizzare dalla babele dei pettegolezzi e delle false notizie, il nostro compito è impedire che il tempo ci venga rubato da voci false, da interpretazioni faziose, da depistaggi, da secondi fini e chiacchiere inconcludenti.
La rete, se intesa come cassa di risonanza dell’interesse collettivo, consente di promuovere la cultura e la conoscenza della nostra storia, favorendo i saperi e le arti, valorizzando le nostre radici, non a fini identitari, ma come contributo al sale delle differenze, unico rimedio alle disuguaglianze ammutolite.
Il lavoro, la cultura, la scuola e la solidarietà sono i punti cardinali del nostro ricercare per informare al fine di contrastare una politica servile e lontana dalla gente. L’informazione libera, al servizio di un’opinione pubblica attiva e consapevole è la sfida che vogliamo lanciare e che vi proponiamo di raccogliere.
A coloro che evocano la figura di Don Chisciotte diciamo che l’unica cosa di cui aver paura è la paura stessa.
Chi raccoglie questa sfida può contare su “I nuovi Calabresi” e per noi contare significa partecipare.
7 Comments
Propositi lungimiranti necessari e veritieri per il riscatto morale e civile del popolo calabrese, offeso e dileggiato da una mescolanza di mascalzoni che hanno approfittato del mandato conferitogli per fare il bene della popolazione e che invece hanno ingannato nei modi più loschi e da miserevoli miserabili quali si sono mostrati nel lungo periodo. Io ci sto a perseguire il fine posto da “i nuovi CALABRESI”.
Sono d’accordo con la premessa. Condivido l’idea del giornale.
Condivido lo scritto e con l’incipit di Galileo “… eppur si muove …” mi ritrovo a positivamente constatare che gli argomenti così ben sviscerati nell’ articolo stanno diventando vieppiù un sentire sempre più diffuso tra i calabresi e i meridionali in genere, grazie ai nuovi e potenti canali di informazione e comunicazione. E’ necessario far conoscere la storia raccontata non dai “pennivendoli” come li chiamava Gramsci, ma da giornalisti intellettualmente onesti. Congratulazioni per l’impresa.
La Calabria è una terra meravigliosa da tutti i punti di vista,ma pochi delinquenti hanno diffamatorio questa regione .Personalmente soffro tantissimo, quando sento le .denigrazioni continue.Vivo da tanti anni fuori ma il mio affetto non è diminuito.
Tutto è possibile se ci mettiamo il cuore l’intelligenza la faccia.
Lottiamo,pacificamente, x i nostri sacrosanti diritti
Ricordiamoci che la spiaggia è formata da tanti minuscoli granelli
Ricordiamoci che siamo unici inconfondibili e non dobbiamo chiedere l’elemosina, MA PRETENDERE IL DOVUTO NOSTRO
Condivido lo scopo. È importante un giornale che non sia risonanza di elementi parziali spacciati per verità. La Calabria deve uscire dall’ assuefazione alla assenza di diritti e alle parate inutili dei nostri politici.
Sono pugliese ma diventato calabrese per amore. Questa splendida terra deve riscattarsi. Portare ovunque la Calabria con fierezza!