Come ho scritto non celando la mia delusione – e confesso la mia rabbia – che non è possibile ignorare che, a fronte di numeri ormai importanti di lettori in Calabria e nel resto d’Italia, i calabresi esprimono con emoji e commenti il loro apprezzamento e negano una normale partecipazione attiva per svegliare dallo stato soporifero la loro terra e le loro città in particolare.
Hanno occupato e di fatto avviato la distruzione della Fondazione Giuliani e di Villa Rendano e oltre a prenderne atto pochi hanno compreso l’enormità del fatto. Ma c’è una realtà più ampia che questo evento criminale serve solo a ricordare.
Due calabresi in modi diversi: uno Sergio Giuliani, con oltre metà del suo patrimonio, su richiesta di Mario Occhiuto decide di comprare l’edificio storico lasciato all’abbandono e al degrado, l’altro, cioè il sottoscritto, consapevole che senza averlo previsto non si inventa dalla sera alla mattina un progetto di qualità per la Villa e non si parte con una Fondazione che ha un capitale di soli 10.000,00 euro (che poi in totale malafede fingeranno di ignorare i quattro cialtroni che si impadroniranno della Fondazione con la stessa odiosa sfrontatezza con cui i rapinatori sfondano le vetrine di una gioielleria per impadronirsi dei preziosi esposti) si trova a occuparsi di una ristrutturazione integrale della villa, di attrezzarla e soprattutto darle progressivamente l’identità e il ruolo anche prestigioso che tutti conoscono, ma non difendono dalla furia barbarica distruttiva dei “nuovi padroni”.
Il regista livido dell’operazione rapinatrice è l’avv. Mungari, che agisce dal 2021 in insanabile incompatibilità, che comporta la sua decadenza con gli altri al seguito, e che con un’autodichiarazione falsa e con la disponibilità di due funzionarie infedeli della Regione Lazio ottiene un incredibile risultato: vedere respinto il mio esposto sul quale occorreva spendere 5 minuti per accoglierlo con le conseguenze del caso.
Mungari nel Cda del 30 maggio 2022 ha detto e risulta nella video registrazione quanto segue:
Questa lunga premessa serve solo a ribadire che è ormai intollerabile che per viltà e malafede ci sia ancora qualcuno che mi augura “che possa compensare il mio senso dell’onore offeso”, come se tutto ciò che ho parzialmente ricordato fosse una questione personale e non uno scandalo intollerabile persino nell’Italia di oggi.
Mi piace invece ricordare le parole che in risposta ad un mio messaggio di saluti e stima un alto Ufficiale delle Forze dell’Ordine mi ha scritto “...è stato un piacere conoscerla e le auguro di continuare a dare il suo contributo, forte, di legalità e giustizia per Cosenza”.
Sono parole che mi onorano e che mi impegnano a continuare la mia battaglia solitaria contro i delinquenti, i traditori, i complici per omissione, i finti tonti, i cittadini che non hanno neppure il “coraggio” di aderire ad un’Associazione civica o dare un contributo simbolico per dare il segnale che non tutti sono complici dell’azione criminale che si è compiuta senza opposizione a Cosenza.
Per ora posso dire che nulla cambia per le numerose azioni legali in incremento e che I Nuovi Calabresi non continuerà per rivolgersi a lettori che ringrazio per gli apprezzamenti, ma non per la loro sperimentata e replicata passività, pavidità, inerzia che rende forti i becchini della Calabria e di Cosenza e deboli coloro che vogliono per sé e i propri figli una terra libera, generosa, accogliente come forse era un tempo, ma ora certo non più.
Debbo solo decidere se chiudere volontariamente I Nuovi Calabresi perché inutile alla promozione di una concezione di “cittadinanza attiva” che comporta la disponibilità a dire bravi a coloro che operano in tutti i campi a beneficio della Calabria e chiamare dannosi e tossici coloro che hanno ridotto – e continuano a farlo – la nostra terra come una grande timorosa, sonnolenta, di fatto complice desertificazione umana, economica e politica che si realizzerà effettivamente da ora a poco più di una ventina d’anni.
O cambiare progressivamente la platea dei potenziali lettori, dando maggiore spazio e attenzione e chiedendo aiuto alle centinaia di migliaia di calabresi o amanti della Calabria che ne sono lontani per necessità, ma ora soprattutto per scelta.
Uso il termine “aiuto” perché se non arriva da loro un vento di libertà, di spirito critico o di vera e propria denuncia temo che non arriverà da nessun altro, come ormai accertato con tre libri non letti, tanto meno acquistati a pochi euro, con contributi non pervenuti più simbolici che economici e con l’adesione di fatto negata ad una Associazione che chiedeva il diritto di avere diritti anche in Calabria.
Vi farò sapere presto. Grazie