Ricordate Agazio Loiero, democristiano catanzarese di vecchio corso che dopo più elezioni in Parlamento e diversi incarichi governativi, terminò la propria parabola politica come presidente della Regione Calabria? Se le Istituzioni non riusciranno a salvare il Sistema Bibliotecario Vibonese, la storia lo ricorderà quanto meno come l’iniziatore di quella crisi politica prima ancora che economica di una delle maggiori Istituzioni culturali calabresi.
A guardarlo distrattamente oggi, il Sistema Bibliotecario Vibonese può dare l’impressione dell’ennesimo “carrozzone” cui la politica nazionale e regionale ci hanno purtroppo abituato particolarmente nel periodo della “Prima Repubblica”. Allo stato attuale delle cose ammontano a 700 mila euro i debiti dell’Ente pubblico che raduna numerose Biblioteche comunali distribuite nell’intero territorio regionale, ma almeno questa volta ad originare la situazione debitoria non è stata l’allegra gestione, a livello locale, dei fondi pubblici. Correva l’anno 2008 quando, da un momento all’altro e senza reali motivazioni, la Regione ha stoppato i contributi annui di 50 mila annui e, bilancio dopo bilancio, i debiti si sono accumulati.
Anche i Comuni aderenti, nel frattempo, non sono puntuali nel versare la propria tassa di iscrizione che ammonta a 4 centesimi per abitante e nell’indifferenza della politica e delle Istituzioni il Sistema Bibliotecario Vibonese non è più in grado non solo di ricompensare i volontari che vi operano, ma nemmeno di pagare il fitto dei locali al Comune di Vibo che ha avviato lo sfratto.
Che fine faranno gli oltre 90 mila libri patrimonio dello stesso Sistema Bibliotecario? E le iniziative culturali con le quali l’Ente ha animato fino ad oggi un territorio difficile come quello vibonese? Intanto, la politica fa spallucce. A partire da Maria Limbardo sindaco vibonese che alla fine della propria sindacatura ha annunciato nelle scorse settimane che non si ricandiderà alle prossime elezioni. Unica via di fuga potrebbe essere la nascita di una Fondazione, ma quello che serve veramente è un cambio di mentalità nella politica, nella società civile, nel modo di vedere di ogni singolo cittadino.
Ai problemi si somma la beffa. Per la Regione che ha un debito di 150 mila euro con il Sistema Bibliotecario Vibonese è “impossibile intervenire, anche finché non viene fatta chiarezza sui bilanci mancanti”. Parola della vice presidente Giusi Princi e la situazione sembra sempre di più quella di un gatto che si morde la coda.
D’altronde, in una terra dall’alta vocazione turistica la Giunta regionale di Occhiuto non ha un assessore al turismo e la delega è gestita ad interim dallo stesso Presidente. Ecco quindi che la tragica situazione del Sistema Bibliotecario Vibonese è metafora calzante della situazione generale della Calabria: con una popolazione incapace di volersi bene ed una politica che, inseguendo il più delle volte gli interessi di piccole grandi consorterie, ha perduto la bussola non riconoscendo più il bene comune o, forse, infischiandosene.